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21 agosto 2013

Ventidue parchi e riserve da non perdere


Definition of an Overlander: 
One who seeks adventure, knowledge and new experiences. 
A traveller who engages in exciting and adventurous pursuits.

www.dragoman.co.uk

Ecco un personalissimo elenco dei parchi nazionali (non solo game-drive, ovvero le battute di caccia fotografica all’interno dei parchi naturali su mezzi autorizzati e con almeno una guida del posto) che, escluse le riserve private solitamente riservate ai clienti danarosi, vi capiterà facilmente di fare durante un Overland:

  1. Kruger National Park, Sudafrica
  2. Etosha National Park, Namibia
  3. Delta dell’Okavango, Botswana
  4. Chobe National Park, Botswana
  5. Victoria Falls NP, Zimbabwe
  6. Serengeti National Park, Tanzania
  7. Ngorongoro Crater NP, Tanzania
  8. Masai Mara National Park and Lake Nakuru, Kenya
  9. Lake Manyara National Park, Tanzania
  10. Murchison falls, Uganda
  11. Gorilla & Chimps Trek, Rwanda
  12. Chitwan National Park, Nepal
  13. Parc Nacional de Vulcanos, Costa Rica
  14. Parco nazionale Torres del Paine, Cile
  15. Parco nazionale Los Glaciares, Argentina
  16. Salar de Uyuni, Bolivia
  17. Whale watching Peninsula Valdes, Argentina
  18. Iguazu Falls, Argentina-Brasile
  19. Delta del Mekong, Vietnam
  20. Sepilok Orang Utan Sanctuary, Borneo
  21. Sundarbans National Park, West Bengala India
  22. Bandhavgarh National Park, Madhya Pradesh India
























02 febbraio 2013

Overland... alle falde del Kilimangiaro

Domenica 3 febbraio (verso le 16.45) siamo ospiti di Licia Colò e della sua trasmissione "Alle falde del Kilimangiaro", il top in fatto di viaggi in tivù. Parleremo ovviamente del giro del mondo su camion, alla portata di (quasi) tutti



Ecco la presentazione della puntata:

In questa puntata Licia Colò ospita Sofia Gaticala donna argentina che, a seguito della morte di suo figlio, da oltre quattordici anni conduce una “guerra” contro le maggiori multinazionali per l’uso indiscriminato dei pesticidi. Grazie alla sua determinazione, la Gatica è stata insignita del Goldman Environmental Prize 2012, uno dei più importanti riconoscimenti internazionali per l'impegno ambientale.

Licia Colò incontra, poi, Paolo Limiti per parlarci diLos Angeles, che considera la sua seconda casa, e svelarci anche molti luoghi poco conosciuti della California.

Giro del mondo su un camion. E’ la straordinaria impresa compiuta da Paolo Cagnan che ci racconterà i momenti più significativi di questa avventura a bordo di un autocarro, non troppo maneggevole ma adatto a ogni terreno.

“Viaggiatori registi” di questa puntata ci faranno viaggiare rispettivamente in Nepal e aCuba.

Anche in questa puntata cercheremo di dimostrare come sia possibile, specie in tempo di crisi, vivere una giornata visitando ogni volta una diversa città italiana, avendo a disposizione solo 10 Euro: in questa puntata sarà la volta di Viterbo.

08 novembre 2012

Viaggi fuori rotta sognando gli anni Sessanta


Da Londra a Katmandu: ma se prendi il mappamondo per valutare le distanze, non devi certo pensare di tracciare una linea retta, cioè la più breve. Non è proprio così che si fa. La mappa giusta è quella che disegna un tracciato tutto curve e saliscendi: dalla capitale londinese attraversa la Manica, raggiunge l'Italia e la attraversa per metà, salpa per la Grecia e prosegue in Turchia, scende verso Siria e Giordania, varca lo stretto di Suez per arrivare in Egitto, aggira il Nilo e si ritrova in Medio Oriente e poi va verso il Pakistan, l'India, da New Dehli verso il Sud fino a Katmandu, la capitale del Nepal, dove arriva dopo 27 settimane. Ovvero 7 mesi, quasi 200 giorni.



Ecco, questo, più o meno, significa Avventura Overland, che è non solo un modo di viaggiare ma anche il titolo dell'ultimo libro di Paolo Cagnan, sottotitolo, molto chiaro, Il giro del mondo su camion alla portata di (quasi) tutti: istruzioni per l'uso (Gremese , pp. 221, euro 16,90). Paolo Cagnan, caporedattore dell'«Alto Adige», collaboratore de «l'Espresso», aveva già pubblicato nel 2009 Con tutti i posti che ci sono… Cronache semiserie lungo la Transiberiana, selezionato al Premio Albatros 2010 per la letteratura di viaggio. Già lì si era capito che la vocazione a partire, con una meta certo, ma anche con l'occhio puntato a tutto quello che il percorso per raggiungerla offre in termini di paesaggio, umanità, differenze, cultura, cibo, esperienza, è nel dna di Cagnan. Ora ne arriva un'ulteriore conferma. 

Questa volta infatti l'autore offre ai suoi lettori una sorte di mix tra diario di viaggio, manuale e reportage giornalistico che racconta con consigli pratici e disincantata ironia un'esperienza indimenticabile: l'avventura su un Overland, uno di quei grandi camion che tra la fine degli anni Cinquanta e l'inizio dei Sessanta diventarono un nuovo modo di viaggiare. Fin da allora, su questi mezzi affidabili e versatili, anche se poco maneggevoli, pittorescamente riadattati all'insegna dell'inventiva coniugata alla praticità, la madre di tutte le rotte è stata appunto Londra- Katmandu. 

Mud hole in Zaire on the road in the Ituri Forests, October 1986

Le pagine di Cagnan richiameranno poi alla memoria di molti i famosi camion arancioni di Beppe Tenti. È stato grazie a loro, e alla fortunata serie «Overland» trasmessa in tv a più riprese, che gli italiani hanno scoperto il fascino di queste «case viaggianti». «Quello che pochi sanno è forse che molte compagnie turistiche soprattutto inglesi organizzano con i loro trucks viaggi in tutto il mondo, dalle giungle del Borneo agli altopiani dell'Ecuador, dal deserto del Sahara alle pianure dell'Asia Centrale», spiega l'autore. Dunque, non solo miraggi oltre lo schermo televisivo, ma opportunità concrete. Con durate variabili, dalle due settimane alle quasi 25 della «classica» Londra-Katmandu. Ci si sposta a bordo di camion militari riadattati, si dorme in tenda e si impara l'arte di arrangiarsi. Cagnan, degli Overland, si mostra un vero esperto. Fa anche per voi? Quando chiuderete il libro, lo saprete di certo.

Alessandra Galetto

RECENSIONE su Arena di Verona, Giornale di Vicenza e Brescia Oggi
 


01 ottobre 2012

Libri di Viaggio si occupa di Overland


di Roberta Malvezzi sul blog Libri di Viaggio

Quante volte abbiamo sentito usare l'espressione "il giro del mondo in…" , con un elenco infinito di innumerevoli mezzi di trasporto, bizzarri e non, per esplorare la nostra amata Terra? Strano ma vero, ne mancava uno: il camion. Comodo direte voi, simile al camper forse? Forse, ma non alla portata di tutti. Paolo Cagnan, esperto di questa tipologia di viaggi, ci guida alla scoperta di questo nuovo modo di spostarsi, tra difficoltà e soddisfazioni degli Overlands. Un fenomeno questo,nato negli anni settanta con i primi Overlands commerciali, che ha preso poi piede soprattutto in Inghilterra e conosciuto in Italia grazie ai documentari di Beppe Tenti.
Cagnan ci porta, con questo libro/guida, all'interno di un'emozionante avventura, raccontata con lucidità e sottile sarcasmo, tenendo così il lettore in continua tensione e forte interesse. Gli imprevisti non mancano mai, sia tecnici che "naturali", in queste enormi case viaggianti, tanto accoglienti quanto improvvisate. Gli incontri con altri esploratori sono all'ordine del giorno e non importa quanto intimoriti e curiosi si è, quando arriva sera l'importante e' aver trovato un buon posto per sistemare la propria tenda ,riposarsi, e scambiare in santa pace due chiacchiere con i compagni di viaggio. Sì, perché in Overland, non si smette mai di lavorare ed ognuno ha il suo compito assegnato dal trip leader. Ogni giorno è nuovo, e non solo perche ci si sposta in paesi diversi, ma perche si impara a scambiarsi le faccende "domestiche", assaggiando la cucina di ogni compagno di viaggio, ascoltando esperienze una volta arrivati ai Backpackers, i "covi" degli Overlands, dove nascono amicizie, racconti, risate, amori di una notte o di una vita. Un viaggio impegnativo insomma, ma che ripaga fino all'ultima fatica, con in più, a mio parere, un insegnamento di vita: un ritorno alle origini, un ritrovato desiderio di fare chilometri e guardarsi meno allo specchio, ma attraverso gli occhi della natura e dei compagni.
Il racconto di Cagnan vi potrà aiutare a diventare dei veri Overlands, con tanti consigli utili e accorgimenti tutt'altro che banali, ma quello che davvero lascia, è una domanda: quando si parte?

Grazie a Gianni Mezzadri

27 agosto 2012

Le compagnie Overland/ quarta parte


Overland Club
Compagnia inglese fondata nel 1992, opera in Africa, Medio Oriente, Sudamerica, Australia, Nuova Zelanda e sulla Transiberiana. Equipaggio da due persone. Il viaggio più lungo: 28 settimane, i più brevi da 14 giorni. I suoi pacchetti base vengono indicati come “The land only price”. Offre sconti del 10% a gruppi da tre persone in su.

Overland Experience
Compagnia africana, opera solo in Africa orientale e meridionale (Uganda, Kenya, Tanzania, Zambia, Malawi, Zimbabwe, Sudafrica, Botswana e Namibia) e fa della flessibilità la sua bandiera. È il sistema “hop on hop off” (salta su, salta giù) che consente, al contrario della maggior parte delle compagnie concorrenti, di spezzettare il viaggio base di tre mesi dall’equatore a Cape Town, scegliendone solo un segmento o fermandosi in una località per salire sul “bus” successivo.

Sunway Safaris
Compagnia sudafricana con quartier generale a Maun in Botswana, nasce nel 1994 come piccola società di minibus: oggi copre 13 differenti itinerari in svariati Paesi africani (Sudafrica, Botswana, Zambia, Malawi, Namibia, Swaziland e Mozambico). Età media dei passeggeri: 38 anni.



Tucan Travel
Fondata nel 1987 da Pip e Liliana Tyler, è specializzata nell’America Latina. Nel 2003 ha creato la “Budget Expeditions”, per catturare viaggiatori indipendenti e con pochi soldi in tasca tra i 18 e i 35 anni. Attualmente offre 300 viaggi diversi in 63 Paesi. Utilizza camion Mercedes-Benz assemblati in Inghilterra e Sudafrica.

21 luglio 2012

Le compagnie Overland / terza parte


Indaba Explorations
Compagnia sudafricana con sede a Stellenbosch nella regione dei vini, è stata fondata nel 1998 e possiede una filiale a Nairobi, Kenya. Lavora solo in Africa meridionale (Sudafrica, Swaziland, Lesotho, Namibia, Angola, Botswana, Zimbabwe, Zambia e Mozambico) e Africa orientale (Malawi, Tanzania, Kenya e Uganda). Organizza anche viaggi di gruppo su richiesta.
Vai al sito oppure QUI

Intrepid Travel
Società australiana creata nel 1989 da Geoff Manchester e Darrell Wade, nasce come Overland company ma si trasforma nel corso degli anni in un’agenzia a vasto raggio. Oggi impiega 800 persone in tutto il mondo, nel 2009 ha offerto 459 viaggi. Offre 10 stili di viaggio, tra cui Overland. Molto forte in Asia. I suoi camion hanno una capienza massima di 20 passeggeri: il 20% è under 25, il 40% tra i 25 e i 35 anni, il 25% tra i 35 e i 55, il 15% sopra i 55. Le provenienze: 50% Australia, 35% Europa, 10% Nordamerica. Nel 2006 ha acquistato Guerba World Travel, altra compagnia Overland fondata da Martin Crabb.
Vai al sito - oppure QUI

Kananga
Compagnia inglese fondata nel 1992, con sede a Barcellona e filiale ad Arusha, Tanzania. La “filiale” Kananga Africa, costituita nel 2003, dispone di tre jeep Toyota Land Cruisers e 16 camion Scania P93. Ha un campo tendato proprio nel parco del Serengeti, sempre in Tanzania. Affitta i propri camion ai privati: si tratti di gite scolastiche, gruppi di amici o compagnie private. Ogni anno muove in Africa circa 3.000 passeggeri, per lo più provenienti dalla Catalogna o da Madrid, età compresa tra i 30 e i 50 anni, buon livello di reddito.




Kumuka
Compagnia sudafricana (Kumuka significa “l’inizio di un viaggio”) nata nel 1983. Opera su Africa, Medio Oriente e Sudamerica. Organizza anche viaggi con mezzi di trasporto locali in Asia, Sudamerica e Centro America, oltre che tour in pullman in Europa. Capacità massima 24 passeggeri.

Nomad
Compagnia inglese con sede nel Somerset e base logistica a Cape Town, è stata fondata nel 1998 e possiede una flotta di 40 camion e 120 dipendenti. Lavora solo in Africa (Sudafrica, Namibia, Botswana, Zimbabwe, Zambia, Malawi, Tanzania e Kenya), con una trentina di partenze ogni mese. Il viaggio più lungo – “Best of Africa” - è di 56 giorni. Età media dei passeggeri: 30 anni.



Oasis
Compagnia inglese con sede nel Somerset, è stata fondata nel 1997 da Chris Wrede e Steve Crowhurst. Utilizza una flotta di 12 camion Scania 93, capacità massima 24 passeggeri. Opera in Asia, Medio Oriente, Sudamerica e Africa (Egitto, Etiopia, Uganda, Kenya, Tanzania, Malawi, Zimbabwe, Botswana, Namibia e Sudafrica); il viaggio più lungo è la Trans Africa Expedition di 40 settimane. Muove circa 1.450 passeggeri all’anno, occupa 31 persone. Crew di due persone: tour leader e driver, tranne che in Perù-Bolivia ed Egitto-Giordania (un solo accompagnatore). Target: tra i 20 e i 30 anni. Soprattutto inglesi, australiani e neozelandesi.

05 luglio 2012

Overland africano nel 1960

Un vero spettacolo, il pullmino Volkswagen con cui due fratelli residenti nell'allora Rhodesia, Ivor e Raymond, decisero di partire alla volta di Londra: Overland, appunto. Via terra. Come? Sì, certo, volete conoscere il loro percorso: eccolo 
La loro storia è raccontata QUI in un articolo in inglese della rivista "Drive Out". 

"More than fifty years ago, two brothers living in what was Southern Rhodesia planned a trip to London. They bought a Kombi, fitted a roof rack, bed and a Primus to it and drove straight across Africa. In the Sahara, they got stuck more times than they could count"




Beh, in questo caso ad essersi impanatanata (nel Sahara) è un'altra macchina di avventurieri: i pionieri dei moderni Overland. Ecco l'itinerario pianificato:


Planned itinerary

 •Southern Rhodesia (Zimbabwe): Bulawayo, Salisbury (Harare), Bulawayo, Victoria Falls;
 •Northern Rhodesia (Zambia): Lusaka, Kapiri Mposhi, Ndola, Kitwe; 
•Belgian Congo (Democratic Republic of Congo): Élisabethville (Lubumbashi), Jadotville (Likasi), Bukavu, 
•Stanleyville (Kisangani);
 •French Equatorial Africa (Central African Republic): Bangassou; 
•Chad: N’Djamena, Lake Chad;
 •Cameroon: Guélendeng, Mandelia; and
 •Nigeria: Maiduguri, Kano.
 •French West Africa (Niger and Burkina Faso): Madaoua, Gao
 •Algeria: Reggan, Adrar, Colomb-Bechar
 •Morocco: Meknes, Tangier

26 giugno 2012

"Palle di Carta" e l'arte di arrangiarsi


di Carlo Martinelli

Una camionata di notizie utili, curiosità,  istruzioni per l’uso. Una camionata buona per coloro (ce ne sono, eccome: il viaggio e il turismo non sono fatti solo di villaggi vacanza o alberghi a tutto comfort) che decidono di girare il mondo a bordo di un camion. Sì, perché al di là di quelli arancioni resi famosi da una fortunata serie tivù, esiste tutto un brulicare di compagnie turistiche che mandano in giro per il mondo – dal Borneo all’Africa, dal Botswana ad Otavalo – i loro clienti a bordo di questi bestioni. Si dovrebbe dire trucks, giacché l’inglese è la lingua ufficiale del pianeta overland, come ben presto scopre il profano che si avventura – per uscirne ammirato, informato e magari, perché no, con il ghiribizzo di provare simili – dalle pagine di una  guida che è molto più di una  semplice guida. Si intitola Avventura Overland, l’ha scritta Paolo Cagnan, bolzanino,  caporedattore all’Alto Adige, oltre che firma del’Espresso, e che, soprattutto, di questi viaggi ne ha fatti, eccome. L’editore è Gremese, 221 le pagine, 16,90 euro il prezzo.

Io e "Martinez" (a destra) a una presentazione
Paolo Cagnan si è divertito a trasformare la sua esperienza in un manuale condito persino da una sana ironia: tra le 30 faq che puntigliosamente elenca anche un esistenziale “cosa ci si aspetta da me?” e nella sezione “cosa portare” una avvertenza minacciosa: la qualità della carta igienica che i turisti avventurieri da overland trovano in giro per il mondo “è infinitamente inferiore a quella di casa vostra”. Nessun dubbio, comunque: questa è guida di rara completezza. Non stupisce dunque che sia balzata al primo posto della classifica dei libri più venduti, sezione guide. Ogni riga, ogni foto, ogni informazione racconta di una passione vera e di una documentazione certosina. Insomma, chi volesse sapere tutto – trucchi e segreti compresi – su come spostarsi dentro paesaggi e panorami mozzafiato, a bordo di camion militari riadattati, dormendo in tenda e coltivando l’arte di arrangiarsi, qui trova quel che cerca. 

leggi QUI il blog "Palle di Carta" con la recensione completa

20 giugno 2012

Nomad "sforna" sei nuovi trucks

Ai profani i camion Overland sembreranno tutti più o meno uguali, ma non è così...


Questo ad esempio è un vecchio camion di Nomad, compagnia inglese con sede nel Somerset e base logistica a Cape Town: è stata fondata nel 1998 e possiede una flotta di 40 camion e 120 dipendenti. Lavora solo in Africa (Sudafrica, Namibia, Botswana, Zimbabwe, Zambia, Malawi, Tanzania e Kenya), con una trentina di partenze ogni mese. Il viaggio più lungo – “Best of Africa” - è di 56 giorni. Età media dei passeggeri: 30 anni.
Comunque, dicevamo: Nomad sta allestendo sei nuovi camion, tipo questo:

Come spiega Nomad sul suo sito, the new trucks will be fitted with (as per our current trucks):
  • Sabs approved seatbelts
  • Charging facilities for cameras, cellphones and notebooks.
  • PA systems to enable better communication from the guides.
  • 218 hp engines that have a governed top speed of 100km/h.
  • Ipod jacks for music and our trucks are issued with pre loaded music on USB devices.
  • Long range fuel tanks that minimise delays due to fueling requirements.
  • All of our trucks are SABS (South African Bureau of Standards) approved designs – a fact almost no companies can claim.
  • Individual lockers (there are a handful of original design trucks which don't have individual lockers)
  • Freezer, awning, cookers, bullbar, windscreen guards, sports equipment, reference books, novels and magazines as well as music and two spare tyres.
  • Tents, chairs and mattresses (manufactured by Nomad to ensure quality and durability).
  • Trestle tables for a more pleasant dining experience.
  • Clients on camping tours receive a quality sleeping mat of approx. 10cm thickness.

Sul sito di Nomad, molte immagini come questa sopra: documentano il work in progress, la costruzione ex novo di un camion Overland di nuova generazione, dallo scheletro agli allestimenti. Tutte le foto si possono trovare QUI




16 giugno 2012

Vocabolario Overland: cos'è la kitty?


Dragoman Overland, Trans-Sahara, somewhere in Morocco

La kitty è quella che gli amici di “Avventure nel mondo” definiscono tradizionalmente “Cassa comune in corso di viaggio”. Qualcuno potrà forse smentirmi ma, per quanto mi riguarda, è solo un bieco quanto banale tentativo di mascherare il prezzo finale di un viaggio, frazionandolo e a volte confondendo ulteriormente le idee: ad esempio, indicando il costo-base in dollari o sterline e la kitty in euro. Chiamata anche local payment, ovvero pagamento in loco, è un ammontare più o meno fisso che viene consegnato al trip leader il giorno della partenza (rigorosamente in contanti) e che serve a comprare il cibo, oltre che ad affittare barche o jeep, pagare gli ingressi nei parchi etc. 
Si tratta perlopiù di costi fissi, ma allora perché non è tutto compreso nel prezzo generale? Risposta: per convincervi che il tutto costi meno, o forse per dare l’idea che ci sia sempre un ampio margine di imprevedibilità che agli Overlander piace molto e non li fa sentire come i clienti di un qualunque tour operator del genere “all inclusive”. 
La kitty media di un viaggio di due settimane in Africa si aggira sui 300 dollari, ma molto dipende dalle attività incluse nel prezzo-base. 
Ps: alcune compagnie come la Exodus hanno di recente eliminato la kitty, pare a seguito delle lamentele (eufemisticamente indicate come feedback) dei propri clienti.

11 giugno 2012

Classifiche Hoepli, Avventura Overland è prima!

Giuro che non le ho comprate tutte io - forse avevano in conto deposito qualche copia e l'hanno venduta. O forse in questo periodo le guide tradizionali non vanno tanto. O forse il distributore delle Lonely Planet ha bucato in autostrada...

O forse... Vabbè, godiamoci questo breve istante di popolarità. Purtroppo molti faranno confusione con gli Overland di Beppe Tenti, ma questo l'avevo messo nel conto sin dall'inizio. Piuttosto... guardate qui sotto


Queste sono le celeberrime dune di Sossusvlei (o Sossus Vlei) nel deserto del Namib meridionale, in Namibia. Il nome viene usato normalmente in senso esteso per indicare tutta l'area circostante, che rappresenta la più celebre località del Namib-Naukluft National Park ed è la principale meta turistica della Namibia. La notte, qui, fa un freddo cane. Ci si alza quando è ancora buio, per vedere l'alba sulla mitica Dune 45. Un po' troppo affollata, è vero. Ma poi ci si distribuisce qua e là, e in breve l'atmosfera torna magica. Questa foto l'ho fatta io, e i colori sono proprio questi. Poi il sole si alza e cancella le ombre, e tutto diventa piatto e caldo, insopportabilmente caldo. Ma correre giù a perdifiato a piedi scalzi e a grandi balzi è semplicemente stupendo. Non troppo lontano da qui, a Svakopmund, ci si può buttare giù dalle dune su una tavola di compensato che fila giù come un missile. Sandboarding, si chiama. Ma ne parliamo un'altra volta...

06 giugno 2012

Altro che "Latinamericana" del Che


175 days between Manaus and Cartagena or vice versa...


To travel to the Andes and miss Colombia is a real shame. Some of the most beautiful Andes scenery is in Colombia and it is an amazing country to visit. Of course Ecuador, Peru, Bolivia, Argentina and Chile are also spectacular and so we suggest you need to see them all, or as many as you can manage. Between the months of September and March it is possible to travel to the very tip of South America, through the staggering beautiful fjord lands and amazing national parks of Chile and Argentina and through the stark but stunning beauty of Patagonia. Experience the wilderness of Torres del Paine, the grandeur of the Moreno Glacier and the bleakness of Tierra del Fuego. Add in a river boat journey along the Amazon River and you have an amazing trip.


Battello sul Rio Negro verso Xicuaù, 18 ore da Belem
Volete farvi un giretto per l'America Latina: solo solo 175 giorni, dopo tutto: meno di mesi mesi. E potete anche scegliere se partire da Manaus, nel cuore dell'Amazzonia brasiliana o da Cartagena, il cuore pulsante della Colombia coloniale. CLICCANDO QUI potete vedere il programma ufficiale del viaggio organizzato da Dragoman. Costa di base sui 7.900 euro, più quasi 6.000 dollari di kitty. Prossima partenza, il 31 dicembre. Realisticamente, sono 13 mila euro compresi i voli, da e per. Non poco, ma potreste anche farne solo un pezzo, magari tra le due e le quattro settimane...

05 giugno 2012

Io, una donna alla guida di un Overland


di Nikki Hall

Nel 1996, a ventotto anni, mi sono stancata della mia banale vita in Inghilterra. Lavorare duro come Senior Sales Consultant mi aveva ricompensato con una casa, un solido conto in banca e una buona vita sociale, ma mi mancavano le sfide eccitanti.

Unica donna dei cinque trainee, ho iniziato a chiedermi chi me l’aveva fatto fare, quando ci hanno chiesto di smontare motori per poi riassemblarli. I ragazzi, ovviamente, hanno dimostrato una fastidiosa (per me) attitudine alla meccanica, ma sono stati pazienti con me, quando si è trattato d’imparare faticosamente bagattelle come il cambio dell’olio, le riparazioni dei guasti e simili altre amenità. Ho tenuto duro, però: se un giorno fossi riuscita ad avere il mio camion nei luoghi selvaggi d’Africa, cazzo, sarei stata capace di aggiustare qualunque cosa. In cambio, ai maschietti ho spiegato come districarsi in cucina. O meglio, come preparare un cibo saporito per 35 persone, senza budget e buste di alimenti liofilizzati. Alla fine ce l’ho fatta, ho conseguito la patente per i camion e ho frequentato un corso di pronto soccorso davvero speciale, dai morsi di serpenti velenosissimi alle ferite da mine antiuomo, dai colpi di caldo alle malattie tropicali.

Dopo sei mesi, è finalmente giunta lora del mio primo viaggio come trainee: dal Nepal a Londra. Ovvero, tre mesi e mezzo e ventimila chilometri per imparare tutto il necessario su percorsi, paesi, lingue, religioni, popolazioni e, ovviamente, le dinamiche di gruppo. Impressionante, il contrasto tra lavere ogni genere di oggetti e strumenti al lavoro in Inghilterra, e il doversi arrangiare come autista di Overland. Ho anche dovuto ammettere quanto poco io in realtà sapessi di meccanica, malgrado le lezioni in patria. Ogni volta che qualcosa andava storto, il problema principale era capireil perché. Una volta identificato il problema, il più era fatto. Unincipale era capire.lgrado le lezioni in patria.a di Overland. la dinamica rumore martellante, tanto per dirne una, può essere migliaia di cose. Ho imparato a non perdermi danimo, prendendomi le mie responsabilità.

In quanto all’essere una donna, ho capito ben presto di avere un qualche vantaggio, a patto di sapermelo giocare. Non capita spesso, di vedere donne occidentali alla guida di pesanti camion in regioni remote, come il nord del Pakistan. In molti posti, sono stata accolta con gli onori riservati a leader politici o militari. Bombardata di domande sul mio stato civile, l’età, il numero di figli etc, spesso me la sono cavata meglio dei maschietti. Ai posti di blocco, ho sempre sfruttato il fattore sorpresa: loro mi guardavano a bocca aperta, io sorridevo e passavo.

Una volta, in Malawi, siamo rimasti bloccati nel fango per quattro giorni, col camion pericolosamente inclinato e sotto una tempesta tropicale incessante. Uomini e donne dai villaggi vicini sono arrivati per aiutarci a uscire da quella situazione. I maschi trovavano molto divertente il fatto di prendere ordini da una donna in una situazione come quella, mentre le donne volevano a tutti i costi mostrarmi i loro figli. In caso di guasti, ho conosciuto pochi maschi capaci di restare a guardare una donna mentre aggiusta un motore. Un uomo che ti toglie di mano una chiave inglese e ti fa segno di lasciare fare a lui, beh, è un mezzo insulto: dovevo dimostrare di sapermela cavare.

Ma a volte, l’essere donna è una grande scocciatura. Uno svantaggio. In India, ci siamo fermati per pranzo e come al solito siamo stati circondati da una folla di curiosi. Tra loro c’era anche un uomo seminudo e dall’aria selvaggia. Beh, quello a un certo punto mi è saltato addosso, mi ha caricato sulle sue spalle e se non mi avessero salvato i passeggeri, chissà che fine avrei fatto. In Pakistan, l’autista di un camion ha continuato a zigzagare per chilometri impedendomi di sorpassarlo, non appena si è accorto che ero una donna. In Iran, spesso non mi è stato permesso di rivolgermi direttamente agli uomini, malgrado fossi completamente intabarrata in un vestito nero. Dovevo riferire ad un passeggero, quello parlava all’iraniano che gli rispondeva, e via di questo passo; oppure dovevo aspettare che gli uomini bevessero il the. O ancora, molte volte mi presentavano conti salatissimi perché pensavano che io, in quanto donna, avrei pagato senza fiatare, perché contrattare non mi era concesso. Sapete una cosa? Me ne sono fregata.

Dopo un po’, senti il bisogno di staccare. Ma è come una droga: devi tornare sui tuoi passi. Ve lo immaginate, cosa si prova a guidare un pesantissimo camion attraverso i luoghi selvaggi d’Africa o Asia? E poi, l’avere appreso così tante nozioni di meccanica per sprecarle su un’utilitaria nel traffico cittadino… 
Dov’è il divertimento?

(*) leggi l'originale in inglese: RoadMama:MyLifeasanOverlandTruckDriver